Siamo dunque in Etolia, una regione della Grecia che assunse, come Lega Etolica, un’importanza politico-militare notevole soprattutto tra III e inizio del II secolo a.C., quando gli Etoli furono i principali avversari di una Macedonia ormai essenzialmente limitata all’orizzonte greco.
Il primo sito che visitiamo è Pleuròn, o per meglio dire Nuova Pleuròn.
Pleuròn infatti era città antichissima ben nota ad Omero (Iliade,XIII, 217-218) che ad esempio parla del capo acheo “Toante, che a Pleuròn e nell’eccelsa Calidone era signore degli Etoli…”
Bacchilide (per es. Epinicio 5, 150-151) nel V secolo la definisce più volte “città ben costruita”.
Strabone (Geografia, 10, 2, 4-5) ci informa che in quest’area “le città degli Etoli sono Calidone e Pleuròn, che sono oggi tuttavia ridotte, mentre in tempi più antichi questi insediamenti erano un ornamento della Grecia…” e del monte “Aràkynthos, presso il quale Nuova Pleuròn venne fondata dagli abitanti della Vecchia, che invece si trovava in un’area fertile e pianeggiante presso Calidone, all’epoca in cui Demetrio, soprannominato Etolico, devastò la regione”.
Sappiamo dunque che nel 235-4 a.C. Demetrio II di Macedonia (239-229 a.C.) distrusse la vecchia città e i superstiti decisero di rifondarla circa 2 km più ad Ovest in una posizione più difendibile, su una terrazza naturale alle pendici del monte Aràkynthos. Assumeva così un’eccezionale importanza strategica, dominando minacciosamente tutto il territorio circostante.
Notevoli sono l’impianto regolare e l’eccezionale stato di conservazione del circuito murario che, lungo circa 2 km, era dotato di ben 11 ingressi e 36 torri.
Subito fuori dalla porta principale venivano sepolti i defunti. Si possono notare una serie di tombe a cista litica, ma soprattutto una sepoltura monumentale costituita da un enorme basamento in muratura che inglobava una serie di tombe a camera.
Non ho informazioni specifiche su questo affascinante monumento, ma mi pare certo che vi furono sepolti alcuni tra i cittadini più importanti e altamente probabile che si trattasse di una struttura familiare che doveva essere decorata sulla sommità da un ciclo statuario.
Molto interessanti sono ancora una volta gli impianti idraulici. Numerose e ben visibili sono le grandi cisterne, tra le quali una colossale parzialmente scavata nella roccia e con quattro tramezzi interni per sorreggere il soffitto.
I Romani sono a buon diritto considerati gli inventori delle terme, ma anche in Grecia erano presenti dei piccoli bagni.
L’ultima struttura che voglio ricordare è un piccolo teatro inglobato nelle mura dal lato rivolto verso il mare, anche se quest’ultimo non doveva essere visibile a causa della frontescena.
BIBLIOGRAFIA E APPROFONDIMENTI
N. Bonacasa, Pleuron, in “EAA”, 1965: disponibile online.
F. Carinci, Etolia e Acarnania, in “EAA”, 1994: disponibile online.
Etolia nelle fonti antiche da attalus.org.
Sito del Ministero della Cultura Greco.
M. Torelli, T. Mavrojannis, Pleuròn, in “Grecia”, 1997, p. 271.
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