L’etica nel collezionismo de lamoneta

“… smarrendosi, nervoso, pieno di rabbia.
E’ vivere questo?
Bisognerà sempre sottomettere il proprio pensiero, il proprio desiderio, le proprie ambizioni alla mediocre realtà?
Bisognerà mettersi il bavaglio per non urlare quel che si prova?
Bisognerà impastoiarsi per non uscire di strada?”

Max Gallo, NAPOLEONE. La voce del destino.

Sono un ipocrita. Lo ammetto, l’ho ammesso…
Passione (o guadagno per chi lo trae dalla passione altrui) ed etica… che scontro titanico!

Da oltre due anni colleziono monete antiche, acquistandole essenzialmente presso rinomati commercianti stranieri, tedeschi in particolare. La progressiva presa di coscienza dei problemi che ciò comporta, ha generato in me un cresecente disagio etico, che però la mia passione ha relegato a lungo in un angolino dell’animo.

Sono stato recentemente bannato dal più famoso forum numismatico italiano (lamoneta.it), per aver espresso le mie idee. L’articolo del codice da me infranto è questo:
8.2 Piena discrezione, da parte dei moderatori-amministratori, di espellere comunque dal forum quegli utenti che, con il loro comportamento (atteggiamento polemico, litigioso, antisocievole) risultino in qualche modo destabilizzanti per il forum, pur non infrangendo di fatto nessuna regola.

Questa invece la nota a margine del moderatore:
Le perenni lamentele contro i commercianti in genere ha creato troppi malumori fra l’utenza.

Le mie lamentele sono infatti singolari… non si accordano col pensiero dei più. Specialmente con quello dei commercianti e dei loro amici, ma anche con quello degli appassionati che di certi argomenti non vogliono neanche sentirne parlare per non farsi venire il mal di pancia. Gli altri invece tacciono, per non finire nei guai…

Hanno fatto bene a bannarmi e lo hanno fatto secondo le regole del forum. Mi sono espresso contro l’eticità del collezionare monete antiche in un contesto dove pullulano operatori del settore (i quali peraltro possono permettersi di offendere impunemente la gente) e dove si fa pubblicità a case d’asta numismatiche, che certo non gradirebbero discorsi del genere.

L’occasione del tutto è stata una discussione nella quale si parlava della famosa petizione indetta dai commercianti teutonici “For preserving the right to privately collect“. Era nata di fronte a un presunto giro di vite legislativo legato alla vendita e importazione di manufatti archeologici (tra i quali le monete), che ha avuto origine dalle polemiche sorte in Germania per il fatto che essa era, a causa della propria legislazione molto morbida, il principale paese nel quale venivano riciclati dall’Isis molti tesori dell’antichità (mica li distruggevano tutti…).

Io ho espresso la mia contrarietà a questa petizione come archeologo e amante dell’antichità, a detrimento del mio lato collezionistico: è necessario eliminare i porti franchi.

Montagne di critiche. Sempre le solite che vengono fatte in tutto il mondo contro noi “cretini talebani” archeologi, come ho scoperto in seguito… (http://culturalpropertyobserver.blogspot.it/2014/02/what-is-ethical-collecting-as-far-as.html , https://chasingaphrodite.com/2013/03/25/test-case-peter-tompa-on-cpac-the-supreme-court-and-the-trade-in-ancient-coins/ ) monete accumulate negli scantinati polverosi di musei, non sono oggetti d’arte in quanto produzioni di massa, fanno bene in Inghilterra dove se qualcuno trova qualcosa è suo (pur avendo lo Stato il diritto di prelazione sull’acquisto)…
La discussione è poi andata avanti incentrandosi sull’opportunità o meno da parte di uno Stato di alienare le proprie collezioni numismatiche… io personalmente non sono molto d’accordo, ma se ne può parlare, se si vincolassero in qualche modo le monete cedute.
Tuttavia la questione fondamentale non è questa, ma il fatto che ogni giorno appaiono in vendita migliaia di monete antiche senza alcuna indicazione sulla provenienza… e nella maggior parte dei casi essa non è probabilmente lecita (basta dare un’occhiata ad alcuni dati).
Il solito attacco personale: mi è stato chiesto se acquisto solo monete con provenienza lecita e accertata. La risposta che ho dato è stata no, che sono un ipocrita. Sarebbe ideale rifarsi ai principi stabiliti dall’UNESCO all’inizio degli anni ’70 (http://portal.unesco.org/en/ev.php-URL_ID=13039&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html). Le monete disponibili diverrebbero però in tal modo enormemente più care e non si potrebbe praticamente mai fare una vera e propria collezione.

Il punto non è che è immorale vendere monete antiche, ma che è necessario fermare il saccheggio indiscriminato di esse, la loro sottrazione dai contesti archeologici con la perdita di informazioni che ciò comporta; tra l’altro fare un buco per portar via monete significa anche danneggiare irreparabilmente il resto della stratigrafia e non solamente portare via queste stesse…
In Inghilterra il fatto che sia lecito andare per campi col metal detector alla ricerca di antichi tesori è un fatto disastroso: se all’interno di una sepoltura ci fossero delle monete, lo scopritore armato di pala e piccone distruggerebbe tutto per recuperare il suo gruzzoletto.
Ciò non è diverso da un fatto che ho potuto vivere di persona. Durante uno scavo archeologico con l’università (in Lombardia) una mattina trovammo il mio settore simile a una forma di groviera: tanti buchi chirurgici con attorno cocci spaccati e la stratigrafia devastata… evidentemente certi signori armati di metal detector avevano recuperato i manufatti metallici (come per esempio monete).
Io stesso ne trovai una in quello scavo: si trattava di un asse repubblicano con prua e testa di Giano, molto malridotto, comune… ma all’interno del suo contesto aveva un valore enorme.
Voi avreste acquistato quelle monete?
No?
Allora perchè acquistate monete che provengono da situazioni analoghe?
Perchè fate finta di non saperlo? Vi da forse fastidio sentirvelo dire?

La stessa legge Urbani sui beni culturali, stabilisce che non tutte le cose di interesse numismatico siano beni culturali, ma solo quelle che in rapporto all’epoca, alle tecniche ed ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento abbiano carattere di rarità o di pregio anche storico.
Se confrontiamo quanto scritto sopra con l’affermazione sottostante notiamo senza dubbio una forte contraddizione (è lo stesso articolo):
E, sul punto, non può che concordarsi con la logica sottintesa, in quanto una cosa è possedere una Litra timoleontea e, ben altra un Tetradrammo di Eveneto! (http://www.altalex.com/documents/news/2010/11/02/collezionismo-numismatico-spunti-di-riflessione-fra-legge-e-giurisprudenza).
L’autore dell’articolo, così come quasi tutti i collezionisti, ignora completamente la questione del contesto: da un punto di vista storico/archeologico una comune litra timoleontea in contesto vale ben di più di un rarissimo (e costosissimo in termini di vil denaro) tetradrammo di Eveneto proveniente da chi sa dove…

E tanto per restare in tema di monete siciliane qualche anno fa un famoso dealer americano, che tra l’altro riforniva anche la prestigiosa ANS, è stato beccato con le mani nella marmellata a vendere monete di recente “scoperta”: “There’s no paperwork, I know this is a fresh coin, this was dug up a few years ago.” (https://chasingaphrodite.com/tag/ancient-coins/).
Condannato e costretto a scrivere un articolo sul collezionismo di monete ha dato quasi solamente consigli ai collezionisti, sviando dalle questioni fondamentali connesse alla vendita di monete provenienti da recenti saccheggi:
http://paul-barford.blogspot.it/2012/09/weiss-we-americans-should-lead-by.html

Anche in seguito a questo scandalo i più prestigiosi musei mondiali e associazioni numismatiche, come appunto l’ANS o il British Museum, hanno adottato misure più restrittive relative all’acquisizione di nuovo materiale numismatico, che deve accordarsi con le linee guida UNESCO, ossia essenzialmente avere una tracciabilità prima del 1970.

The ANS supports the spirit and intent of the UNESCO Convention on the Means of Prohibiting and Preventing the Illegal Import, Export, and Transfer of Cultural Property of November 14, 1970. The Society shall not knowingly or willfully acquire, purchase, or exhibit numismatic materials that have been unlawfully removed from archaeological sites, stolen from public or private collections, exported from their country of modern discovery in contravention of that country’s laws, or otherwise imported into the United States in contravention of any State or Federal laws. (http://numismatics.org/About/AcquisitionDeacquisition)

Objects acquired for the collection should have a documented legal history; which,
where applicable, should extend back before November 14th 1970…
https://www.britishmuseum.org/pdf/Acquisitions%20policy%20July%202013%20FINAL.pdf

Da dove provengono le migliaia e migliaia di monete antiche messe in vendita sulle varie piattaforme online di mezzo mondo? E soprattutto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, che sono dei veri e propri porti franchi attraverso i quali passa e può venire riciclato di tutto, anche a vantaggio di organizzazioni terroristiche internazionali, senza che nessuno faccia domande indiscrete.
Di molte monete si è perso il pedigree dicono i lobbisty-commercianti: https://www.academia.edu/12349556/Requiring_Provenance_-_An_Injustice_to_Ancient_Coin_Collectors.
Qui e altrove vengono riportati casi di monete delle quali si è riscoperta una lontana provenienza… ma quante sono? Poche, molto poche…
Tanto più che spesso i pedigree vengono volontariamente eliminati per nascondere i precedenti prezzi di vendita e soprattutto per potere fare un po’ di chirurgia plastica sulle monete…
http://www.coinweek.com/expert-columns/some-appreciate-rare-coin-pedigrees-some-destroy-pedigrees/
Direi niente a che vedere con quanto succede dal lato opposto: vogliamo parlare delle 170.000 monete vendute da un singolo ebayer e provenienti dai pressi di Viminacium, nell’attuale Serbia? Del fatto che nelle aste Triton CNG solo 32 su 19.087 monete antiche avevano un pedigree pre-1973 e l’80% nessun tipo di indicazione di provenienza?
Ma da dove vengono dunque?
Molte da “collezione del signor Pinco Pallino perfetto sconosciuto”, o da “collezione di un dottore formata prima del 2005” o cose del genere. Era forse meglio non scrivere nulla…
Una risposta potrebbe fornircela questa calcolo:
If one assumes that this one-month period reflects trends throughout the year, one may conclude that between approximately 260,000 and 280,000 coins are sold each year on the eBay-U.S. web site, not counting bulk lots.
E ancora:
Clearly, there is systematic looting for ancient coins in places like the Balkans as well. One documented case reports the seizure of 60 kg of ancient coins (19,860 specimens) at the Frankfurt airport that had been smuggled from Bulgaria. The shipment was bound for the United States and the individual shipping them had previously been arrested multiple times for antiquities smuggling and was associated with high-ranking politicians. For jurisdictional reasons, the coins were transferred to Munich where they were released by the Prosecutor’s Office and have presumably reached the United States for commercial profit. Customs officials in Frankfurt continued to investigate the shipment and determined that this was one of several which had passed through Frankfurt to the U.S. They also estimated about one ton of ancient coins (c. 340,000) from Bulgaria had been shipped to the U.S. by this single individual, presumably spoiling dozens of archaeological and historical sites in the search for them. This was not an isolated incident; a similar shipment from Eastern Europe was seized on the German-Austrian border in 1999 (Szemethy 1999a; 1999b; 2000). Despite the increasing awareness of the general public and the professional community about looting and cultural property issues, the trade in undocumented ancient coins continues to grow and remains a serious problem for those wishing to preserve valuable information about the past and protect our common cultural heritage.
http://savingantiquities.org/why-coins-matter-trafficking-in-undocumented-and-illegally-exported-ancient-coins-in-the-north-american-marketplace/
Le monete, e specialmente i bronzi, provengono per lo più da zone limitrofe a quelle di coniazione (http://coinarchaeology.blogspot.it/2014/05/import-restrictions-and-coins-lobbying.html).
Un caso che ho potuto osservare personalmente è quello dell’enorme quantità di monete in bronzo della Lega Tessalica o delle città dell’Asia Minore messe in vendita su ebay da alcuni rinomati commercianti tedeschi… spesso ancora sporche di terra e delle quali è abbastanza evidente la provenienza da scavo. Ma precisamente da dove? Elementare Watson: Grecia e Turchia.

 

mileto

Moneta in bronzo di Mileto da negozio ebay di un famoso commerciante tedesco. Da notare come non si siano neanche sprecati a ripulirla bene…

Nel sito Lamoneta.it all’inizio di ogni sezione c’è un bel topic sulla questione del metal detector e di come la legge italiana vieti il suo utilizzo…
http://www.lamoneta.it/topic/30759-lamonetait-e-metaldetector/
Noto una certa ipocrisia rispetto alla realtà dei fatti…

Parlando poi della situazione italiana, la principale lobby di commercianti (NIP) si impegna a fornire garanzie circa la “lecita provenienza” delle monete antiche vendute… peccato che:

e’ bene evidenziare e ribadire come siano vietate severamente dalla legge:
1. le cessioni e/o acquisti di materiale numismatico di interesse archeologico rinvenuto nel sottosuolo o nei fondali marini,
2. le cessioni e/o acquisti di materiale numismatico provento di furto;
3. le cessioni e/o gli acquisti di materiale numismatico importato illecitamente.
http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/fenomeni-giudiziari-collezionismo-numismatico-italiano

Sulla base di siffatte considerazioni, appare chiaro che una cosa è il comportamento illecito del tombarolo, il quale, giustamente va perseguito, e ben altra quella del collezionista, il quale, nell’ipotesi di eventuale controllo delle autorità, mostra la propria collezione di monete; allega, o meglio ancora, documenta e comprova la provenienza, per mezzo di ricevute (anche virtuali, es: pagina- acquisto su portali del e.commerce, quali eBay), di scontrini fiscali e fatture e di dichiarazioni rilasciate dal venditore circa la legittima provenienza delle monete; o ne documenta, anche per dichiarazioni verbali (es. un parente) la provenienza per eredità o per donazione.
http://www.altalex.com/documents/news/2010/11/02/collezionismo-numismatico-spunti-di-riflessione-fra-legge-e-giurisprudenza

Quella moneta della quale ho postato sopra la foto, in quanto acquistata da un rivenditore internazionale e con regolare ricevuta, sarebbe dunque in Italia di “lecita provenienza”?
La triste risposta è SI. A mio modo di vedere questa è una forma di riciclaggio.

Una moneta scavata in un campo, ripulita, lucidata e che mio cugino afferma essere del nostro bisnonno, sarebbe dunque in Italia di “lecita provenienza”?
La triste risposta è SI.

Come ho detto sul forum prima di essere epurato a causa delle mie idee perniciose il comportamento di questi signori non è illegale (a meno di non essere colti in flagrante), dato che de facto la legge glielo permette, semplicemente NON etico…

Mi fanno infine ridere certe diffuse affermazioni del tipo:
con la numismatica si allontanano i giovani dalla playstation e li si avvicina alla storia…
maneggiare una moneta antica è come toccare con mano la storia… è emozionante pensare a chi possa averla posseduta…
Attraverso il saccheggio di monete antiche la storia viene infatti spazzata via.
L’unico modo per conoscere veramente , per quanto poco sia possibile, le vicissitudini di una moneta è infatti studiare il suo contesto di ritrovamento…
Ma a quanto pare quest’ultimo non conta nulla, almeno per i più.

Voglio poi riportare il delirante concetto espresso da un operatore del settore e cioè che quella della numismatica è solo una fettina insignificante del mercato nero delle antichità: quindi perchè non prendersela con quelle più grandi invece che sempre e solo con la numismatica?
Come se l’esistenza di cose peggiori ne rendesse giusta una sbagliata…

Detto questo, mi rendo conto che l’applicazione in forma stretta dei principi dell’UNESCO sia improponibile, dato che segnerebbe la fine del collezionismo di monete antiche.
E’ inutile piangere sul latte versato. I danni fatti sono ormai irreparabili.
Tuttavia è necessario prevenirne di ulteriori, ma per far ciò a mio avviso sarebbe auspicabile raggiungere un compromesso attraverso leggi che rendano impossibile vendere beni di natura archeologica (anche monete dunque) che non abbiano una tracciabilità certa (la parola di un cugino non vale… il catalogo di un’asta sì) di 15/20 anni dalla data corrente.
In tal modo il collezionismo numismatico non sarebbe eliminato (anche se ci sarebbe certamente un certo rialzo dei prezzi), al contrario degli scavatori clandestini…

Abstract:
Tanta ipocrisia e poca etica nel mondo del collezionismo numismatico. L’importante è rispettare la legge (o almeno non farsi beccare a infrangerla).

 

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