STAGIRA
Poco a Nord, lungo la costa orientale della penisola Calcidica si trova un piccolo promontorio scosceso e avvolto da acque cristalline (imm.1), dove all’inizio del IV secolo a.C. nacque uno dei maggiori pensatori del mondo greco: Aristotele di Stagira (384-322 a.C.). La sua vita e le vicende della sua città si intrecciano più e più volte con quelle della casa reale Argeade di Macedonia.
L’elemento meglio preservato dell’antica città è il sistema difensivo (imm.2) che, costituito da mura spesse fino a 2 metri e alte oltre 4 e un’acropoli, racchiudeva la piccola penisola montuosa.
Queste fortificazioni, così come quelle dell’alleata Olinto l’anno successivo poterono poco contro la potenza militare di Filippo II, che, poco incline ad accettare chi gli si opponeva, decise di radere al suolo la città e vendere come schiavi i suoi abitanti, ma in seguito…
…poichè non voleva affidare integralmente l’addestramento e l’educazione del ragazzo (Alessandro) a ordinari maestri di poesia e studi formali, ritenendo che fosse un problema di enorme importanza,… mandò a chiamare il più famoso e dotto tra i filosofi, Aristotele, e gli pagò una nobile e appropriata retta scolastica. Popolò di nuovo la città di Stagira, cioè la città natale di Aristotele che egli stesso aveva distrutto, e restituì ad essa i cittadini in esilio o schiavitù (Plut., Vita di Alessandro, 7, 1-2).
Notiamo in Filippo quella stessa dicotomia tra una mirabolante generosità e una spietata durezza, che caratterizzerà anche la vita del figlio, allievo per l’appunto di Aristotele nella lussureggiante Mieza.
Ma per tornare al nostro discorso, Filippo andò in qualche modo sul sicuro con la scelta del filosofo stagirita, poichè il padre di lui, un certo Nicomaco, era stato medico e filos di Aminta III (393-370 a.C.) e cioè del proprio stesso genitore. Aristotele inoltre doveva aver vissuto per un certo periodo anche a Pella e i due – perchè no?- praticamente coetanei (1 o 2 anni li separavano), ebbero presumibilmente modo di conoscersi da giovani.
Tra i resti più interessanti c’è il cuore della città (imm.3), che si colloca al centro della penisola nell’avvallamento tra le due montagnette che ne delineano l’andamento. Qui una stoa lunga 26 metri e accessibile tramite un’ampia scalinata faceva da sfondo monumentale alla piccola agora; accanto ad essa era una fontana nella quale l’acqua sgorgava da un solco scavato nella roccia.
Non si tratta dell’unica struttura legata all’approvigionamento idrico e ciò si spiega bene considerando il clima torrido che si può avere da queste parti.
Numerose cisterne erano infatti poste nelle zone più elevate dei due rilievi e un complesso sistema di tubuli di terraccotta interrati (oggi in parte visibili) serviva per ridistribuire l’acqua (imm.4).
L’anno scorso, a 2400 anni dalla sua nascita, è stata annunciata la scoperta, proprio a Stagira, della presunta tomba di Aristotele. Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro a quanto hanno già detto molti validi archeologi.
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