GLI IMPERATORI ADOTTIVI
Era per tutti un vero piacere che tu accogliessi i senatori baciandoli… tu mettessi in rilievo le più distinte personalità del ceto dei cavalieri… che non ti cautelassi di fronte a nessuno con misure protettive…
Quando poi iniziasti la salita al Campidoglio, con quanta gioia tutti si ricordarono della tua adozione,… crederei che anche lo stesso dio tuo padre sia stato pervaso da un godimento eccezionale per quanto aveva fatto.
Di lì… ti dirigesti verso il Palazzo… tutti gli altri ritornarono nelle loro rispettive famiglie per offrire nuovo sfogo alla genuinità della loro contentezza là dove nessuno era obbligato a mostrarsi contento.1
Questi sono alcuni passi del discorso che Plinio pronunciò in onore di Traiano nel 100 d.C., in occasione della sua nomina a console suffeto. E’ vero che si tratta di una rielaborazione letteraria, è vero anche che nel suo discorso non avrebbe certamente potuto tessere nient’altro che lodi, ma bisogna dire che in questo caso l’autore doveva essere piuttosto sincero e offre spunti fondamentali per la comprensione di questa fase dell’Impero Romano.
Nerva infatti, al quale Plinio si rivolge in qualità di dio, salì al potere, già in età avanzata, dopo l’uccisione di Domiziano. Dovette affrontare una situazione molto complessa, ma seppe prendere decisioni sagge e fruttuose.
La più importante e gravida di conseguenze fu quella di abbandonare il criterio di successione dinastica a vantaggio di uno basato sull’adozione come proprio figlio, e di conseguenza successore, del candidato migliore e più meritevole che vi fosse in circolazione.
La pratica dell’adozione era diffusa in seno all’aristocrazia romana da svariati secoli. Tra gli esempi più famosi si possono ricordare Scipione Emiliano, in realtà figlio di Emilio Paolo e lo stesso Ottaviano, adottato da Cesare attraverso il proprio testamento.
Sebbene già in questa fase iniziassero a delinearsi i primi segni di quella crisi che esploderà con enorme potenza nel secolo successivo, tuttavia essa può essere considerata a buon diritto l’epoca aurea dell’Impero Romano o quantomeno quella nella quale vi fu una maggiore concordia tra le varie classi sociali e di queste nei confronti degli imperatori. Almeno fino a quando venne applicato il principio dell’adozione. Con Commodo si ritornò invece a una successione dinastica ed egli, forse non a caso, fu uno dei peggiori imperatori di tutta la storia. Le sue tendenze assolutistiche determinarono l’eliminazione per lui e l’inizio di una nuova fase di guerre civili per tutti gli altri.
STATISTICHE*E COMMENTI A ESSE:
Imperatori: 7.
. che ebbero sempre un regno congiunto – CO: 1.
. che ebbero in parte un regno congiunto – (CO): 0.
. usurpatori di successo – US: 0.
. usurpatori per una parte del proprio regno – (US): 0.
Morti naturali: 6 (85,7%).
Morti violente:1 (14,3%), delle quali:
. uccisi con armi bianche: 0.
. suicidi indotti: 0.
. uccisi per avvelenamento: 1#(14,3%).
. strangolati: 1# (14,3%).
# Commodo fu dapprima avvelenato, ma si salvò vomitando rapidamente. I congiurati lo fecero allora strangolare.
Solo un imperatore su sette, in un arco temporale di circa 95 anni, venne fatto fuori. Gli altri morirono per cause naturali, alcuni di malattia, altri per problemi legati all’età avanzata (almeno per l’epoca).
. Somma totale della durata dei regni degli imperatori trattati: 104 anni e 2 mesi.
. Durata media di regno, prendendo in considerazione tutti gli imperatori: 14 anni e 10 mesi.
. Somma totale della durata dei regni della metৠdegli imperatori trattati che ebbe il regno più lungo e percentuale: 72 anni e 7 mesi pari al 69,7%.
. Durata media di regno, prendendo in considerazione la metৠdegli imperatori trattati che ebbe il regno più lungo: 20 anni e 9 mesi.
. Somma totale della durata dei regni della metৠdegli imperatori trattati che ebbe il regno più corto e percentuale: 31 anni e 7 mesi pari al 30,3%.
. Durata media di regno, prendendo in considerazione la metৠdegli imperatori trattati che ebbe il regno più corto: 9 anni.
§ Dato che gli imperatori considerati sono in numero dispari quello intermedio (ossia Marco Aurelio) l’ho inserito in entrambi gli insiemi, dividendo per due i suoi dati.
Il campione è in questo caso ancora più ristretto che per i Dodici Cesari, tuttavia mi pare già abbastanza significativo. Come nel primo articolo consideriamo innanzitutto la forbice di durata tra i regni degli imperatori più longevi e quelli più effimeri: “soli” 11 anni e 9 mesi di differenza e quindi quasi la metà del medesimo dato per il periodo anteriore che era 19 anni e 8 mesi. Abbiamo dunque valori di media da un lato alti e tra l’altro decisamente costanti (senza ad esempio il picco di Augusto) e dall’altro medi piuttosto che molto bassi come invece in precedenza. Ancora una volta la visione del dato percentuale ci offre maggiore chiarezza su questo punto: il 69,7% del tempo è occupato dagli imperatori col regno più lungo contro il 30,3% da quelli col regno più corto. Vale la pena ricordare questi stessi valori per la fase precedente: 91,4% e 8,6%.
Tutto ciò anche perché ben 5 su 7 (salvo Nerva e Commodo) salirono al trono a un’età che offriva un buon compromesso tra esperienza e vigore, adottati dal predecessore, morirono tutti di morte naturale e che il solo Commodo divenne imperatore da giovane e in quanto figlio naturale di Marco Aurelio. Quest’ultimo fu l’unico a subire varie congiure e a finire ammazzato a causa delle sue tendenze autocratiche. Prima di questo ci fu invece un unico tentativo di usurpazione, ma frutto di un fatale fraintendimento, come vedremo nel prosieguo.
Il quadro complessivo si delinea quindi abbastanza chiaramente e la statistica in sostanza conferma quanto ci dicono gli storici: fu un periodo di eccezionale stabilità politica con un’unica dinastia, che dinastia non fu; almeno non nel senso tradizionale del termine.
Per continuare con la nostra metafora botanica, vi fu un’unica grande quercia con le radici ben piantate in profondità, ma essa venne abbattuta quando si ammalò a causa di un pericoloso parassita.
*eventuali imprecisioni sono dovute a vari fattori: periodi di vuoto di potere (come tra Cesare e Ottaviano), impossibilità di conoscere (spesso. E sempre più spesso andando avanti nel tempo) le date precise al giorno, ma talora anche al mese o all’anno, periodi di sovrapposizione tra più imperatori, necessarie approssimazioni per eccesso o per difetto.
ALTRI PERSONAGGI E PRECISAZIONI SU QUELLI GIA’ CITATI:
-Coimperatori (anche per una porzione limitata del proprio regno):
.Marco Aurelio. Quando Adriano adottò Antonino Pio come proprio successore a sua volta quest’ultimo adottò Marco Aurelio e Lucio Vero. Venne designato a succedere al proprio “padre”, ma decise di spartire il potere col fratellastro Lucio Vero su un piano teoricamente paritario, fatta eccezione per il titolo di pontifex maximus, anche se in realtà mantenne sempre una certa predominanza.
.Lucio Vero. Vedi sopra.
-Tentativi di usurpazione falliti rapidamente:
.Gaio Avidio Cassio. Amico fidato di Marco Aurelio, nell’aprile del 175 d.C. forse su esortazione della moglie di questi Faustina, quando ricevette la falsa notizia della morte dell’imperatore decise di indossare a sua volta la porpora. S dice che lo stesso Marco Aurelio avrebbe voluto graziare il “ribelle”, ma egli, dichiarato hostis publicus dal senato, venne ucciso dai suoi stessi soldati dopo soli circa 100 giorni.
- Plinio il Giovane, Panegyricus Traiano Imperatori, traduzione di F. Trisoglio.
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