VERGINA (antica EGE)
Sulle pendici dei monti della Pieria, all’ingresso dell’ubertosa pianura macedone, si colloca il villaggio di Vergina. Grazie agli scavi condotti da Manolis Andronikos tra il 1976 e il 1981 è stato identificato con assoluta certezza con l’antica città di Ege (Aigai), capitale macedone fino al suo spostamento a Pella negli anni finali del V secolo a.C..
Rimase comunque luogo di sepoltura dei sovrani e cuore simbolico del regno.
Tra le testimonianze archeologiche più significative si ricordano il palazzo, costruito in posizione dominante, e, soprattutto, il teatro, che si trovava appena sotto la residenza regale.
Quindi ordinando un magnifico sacrifizio agli Dei celebrò le nozze di Cleopatra , natagli da Olimpia, dandola in matrimonio ad Alessandro re d’Epiro, fratel germano di Olimpia…Venne dunque da ogni parte a quella solennità una moltitudine infinita ; e mentre celebravano in Ega di Macedonia quelle reali nozze con profusa magnificenza di spettacoli…Terminato finalmente il banchetto , dovendosi ripetere il dì susseguente gli spettacoli, una grande moltitudine, mentr’era ancor notte , concorse al teatro… Pieno già il teatro egli uscì vestito di bianca stola , dato ordine alla sue guardie che il seguissero da lontano: perciocchè voleva far vedere a tutti, che munito della benevolenza de’ Greci non avea nissun bisogno di guardie. Ma nel mentre che trovavasi alzato al colmo della maestà, e tutti il venivano lietamente acclamando, e il predicavano come uomo beatissimo, fuori d’ ogni aspettazione ecco che improvvisamente per la forza d’insidie ruina e perde la vita!… Pausania adunque vedutolo solo gli corse addosso, e passatagli attraverso de’ fianchi la spada lo fa cader morto a terra; quindi si mette rapidamente a fuggire…1
Proprio in questo luogo venne quindi compiuto uno degli omicidi più significativi di tutti i tempi, paragonabile per importanza solamente all’uccisione di Giulio Cesare. Indipendentemente dai perché, ciò che conta maggiormente sono le conseguenze che questo luttuoso evento produsse: l’ascesa al trono di Alessandro, la conquista dell’Asia e in ultima analisi l’Ellenismo stesso.
Ecco come la morte di un solo uomo ha potuto cambiare il corso delle umane vicende ed è un’esperienza mistica trovarsi qui. Si può fare quasi un viaggio indietro nel tempo. E’ questa la magia dei luoghi della storia.
Ma non non è l’unico a Vergina.
Siamo nel 336 a.C.:
…quando Alessandro prese le redini del regno; e la prima sua cura fu di far punire gli autori dell’assassinio di suo padre. Poscia celebratigli i funerali col debito onore, le cose dello stato ordinò assai meglio, che alcuno si fosse mai pensato.2
E ora nel 274-3 a.C. con l’invasione della Macedonia da parte di Pirro.
Catturata Ege, trattò gli abitanti molto duramente: fra l’altro, lasciò nella città una guarnigione di soldati galati, che avevano combattuto con lui. I Galati sono una razza insaziabile nella sua bramosia di ricchezze. Allora si diedero a scavare le tombe dei re colà sepolti e ne spartirono i tesori, disperdendo le ossa sprezzantemente.3
Questi ultimi due passi possono essere ricollegati con gli scavi condotti da Andronikos. Benchè non manchino altre tombe reali, ad eccezione di quelle contenute nel Grande Tumulo, furono tutte saccheggiate in antico e non possono essere pertanto identificate. Qui invece la situazione è molto differente.
Il Grande Tumulo è in effetti un enorme collinetta artificiale di oltre 100 metri di diametro, che fu innalzata, dopo le devastazioni operate dalle soldataglie di Pirro, per ricoprire un gruppo di 3 sepolture con annesso heroon, ossia una sorta di tempietto funerario innalzato per celebrare uno o più sovrani eroizzati.
Mentre la sepoltura I era vuota, le numero II e III sono giunte intatte fino a noi. Si tratta di tipiche tombe macedoni con volta a botte, dotate di camera, anticamera e di una facciata monumentale decorata.
Tutte queste strutture, oggi, sono state trasformate in uno splendido museo.
Nonostante accese polemiche, l’ipotesi maggiormente accettata è che la tomba II sia quella di Filippo II, padre di Alessandro Magno. Uno studio recente4 condotto sulle ossa rinvenute all’interno della più grande delle due urne funerarie d’oro ha dimostrato che il volto del defunto, un uomo di mezza età, aveva lesioni compatibili con ciò che si conosce di questo sovrano, in particolare attorno all’occhio destro; ne perse infatti l’uso a causa di una freccia. L’altra urna, più piccola, conteneva invece i resti di una giovane donna, probabilmente una delle sue mogli. Inoltre gli schinieri asimmetrici sarebbero spiegabili in base alla zoppia di questo re, che gli fu causata da una ferita di guerra.
Ma non tutti sono convinti di questa interpretazione. In un altro studio ancora più recente 5, oltre a considerazioni di carattere tipologico sui materiali, sono stati indagati i resti ossei di un maschio di circa 45 anni, una giovane di 18 e un neonato rinvenuti nella tomba I. Si tratterebbe di Filippo II, della sua ultima moglie Cleopatra e del loro bambino, gli ultimi due fatti uccidere, poco dopo l’assassinio del re, da Olimpiade, madre di Alessandro (incerta rimane la complicità del nuovo sovrano).
La questione pare dunque ancora aperta.
Sembrerebbe invece certa l’identità del giovane i cui resti erano collocati in una splendida urna d’argento nella tomba III. Sono quelli di Alessandro IV, figlio postumo di Alessandro Magno e Rossane, re fantoccio di Macedonia fino alla sua eliminazione da parte di Cassandro quando doveva avere circa quattordici anni.
VERIA
Vicino a Aigai c’è l’antica città di Veria. Poche sono le testimonianze archeologiche visibili, se non nel piccolo, ma ben curato museo locale. Un oggetto dall’apparenza insignificante ha colpito la mia attenzione: una piccola moneta in bronzo tra le tante presenti.
Appartiene a Pirro (come indica il monogramma ΠΥΡ), noto a tutti come re dell’Epiro. Mi ha riportato alla mente un passo di Plutarco:
(Pirro) percorse celermente il tratto di paese che lo divideva da Berea (ossia Veria) e occupò la città…
(Demetrio Poliorcete) tornò indietro e rivolse le sue armi contro Pirro, che era uno straniero, e odiato dai Macedoni. Ma dopo che si fu accampato appunto vicino a lui, molta gente venne da Berea ai quartieri, elogiando Pirro e dicendo che era invincibile nelle armi,brillante guerriero, e che trattava i prigionieri con mitezza e umanità… così i Macedoni corsero subito da lui, a chiedergli la parola d’ordine; alcuni si posero in capo corone fatte di rami di quercia, perché vedevano incoronati così i suoi soldati, e finalmente ci fu qualcuno che si fece ardito e disse a Demetrio stesso che a loro avviso avrebbe agito saggiamente se si fosse ritirato e avesse abbandonato l’impresa. Demetrio vide che il trambusto che regnava nel campo corrispondeva a queste parole; ne fu intimorito e fuggì di nascosto dopo essersi coperto il volto con un cappello a falde larghe e aver indossato una mantellina da semplice soldato. Pirro arrivò, s’impadronì del campo senza colpo ferire e fu acclamato re di Macedonia.6
Proprio nelle vicinanze di questa città dunque Pirro nel 287 a.C. acquisì anche il trono di Macedonia. Gli fu strappato in seguito da Lisimaco, ma seppe riconquistarselo nuovamente una decina d’anni dopo.
- Diodoro Siculo, Biblioteca storica, traduzione del cav. Compagnoni, Milano, 1821, libro XVI, 19.
- Diodoro Siculo, Biblioteca storica, traduzione del cav. Compagnoni, Milano, 1822, libro XVII, 2.
- Plutarco, Vita di Pirro, traduzione di Carlo Carena, XXVI.
- Musgrave, Prag, Neave, Fox, White 2010.
- Bartsiokas, Arsuaga, Santos, Algaba, Gómez-Olivencia 2015.
- Plutarco, Vita di Pirro, traduzione di Carlo Carena, XI.
BIBLIOGRAFIA
A. Bartsiokas, J. L. Arsuaga, E. Santos, M. Algaba, A. Gómez-Olivencia, The lameness of King Philip II and Royal Tomb I at Vergina, Macedonia, PNAS, August 11, 2015, vol. 112, no. 32. Da: http://www.pnas.org/content/112/32/9844.full.
S. Drougou, C. Saatsoglou-Paliadeli, Vergina. Wandering through the archeological site, Athens, 2000.
N. G. L. Hammond, F. W. Walbank, A history of Macedonia. Volume III. 336-167 B.C., Oxford, 1988.
Musgrave J, Prag AJNW, Neave R, Fox RL, White H., The Occupants of Tomb II at Vergina. Why Arrhidaios and Eurydice must be excluded, Int J Med Sci 2010; 7(6):s1-s15. doi:10.7150/ijms.7.s1. Available from http://www.medsci.org/v07p00s1.htm .
D. Musti, Introduzione alla storia greca, Bari, 2003.
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