La pratica imitativa nella monetazione greca

INTRODUZIONE
Il discorso sulle imitazioni e sui falsi in numismatica si colloca ancora, rispetto a molti altri, in una fase che potremmo definire pionieristica, anche perchè gli studiosi stessi lo considerano spesso una questione di valenza secondaria.
Lo scopo ultimo di questo articolo non è certamente quello di insegnare a riconoscere contraffazioni e imitazioni, ma piuttosto quello di dimostrarne “trough specifc examples the potential economic and social signifiance”1, oltre che quello politico e propagandistico.
Protagonista indiscusso in questo campo è Peter G. Van Alfen, che, in un suo articolo pubblicato nel 20052, pone le fondamenta scientifiche sulle quali dovranno auspicabilmente basarsi tutti gli studi a riguardo. In esso si definiscono quanto più oggettivamente possibile le problematiche di base e si offre una classificazione tipologica e terminologica delle monete in relazione al problema dei falsi e delle imitazioni.
Senza scendere nei particolari di una questione decisamente spinosa il Van Alfen espone con chiarezza le tematiche connesse al concetto di “monetazione ufficiale” e “monetazione privata”, i confini tra le quali risultano spesso labili e difficilmente distinguibili.
Mi pare necessario tenere sempre bene a mente la classificazione proposta, che ha come fine”to standardize the approach to the categorization of the coins”3 e quindi evitare inutili confusioni.
Tale sistema4 è costituito da sette differenti categorie, ideate per essere comprensive di tutti i singoli casi, e organizzato dal punto di vista del Produttore: partendo cioè dalle monete coniate buona fede, per arrivare infine a quelle realizzate in malafede.
Si stabiliscono tre criteri, espressi attraverso valori percentuali, per valutare in maniera scientifica le differenti categorie e i differenti esemplari all’interno di esse:
Metallum (Metallo): indica non la purezza assoluta del campione, ma la quantità di metallo rispetto al quantitativo ideale nella monetazione di riferimento.
Pondus (peso o meglio Massa): indica il valore pondometrico del campione rispetto a quello della monetazione di riferimento.
Figura (Figura): è l’unico dei tre criteri di carattere soggettivo, dato che indica il grado di somiglianza delle immagini del campione rispetto alla monetazione di riferimento.
Le sette categorie sono:
1. Prototypes (Prototipi): tale termine5 è utilizzato per indicare, in questo campo di studi, la moneta “originale”, ossia quella coniata da una determinata entità politica esplicitamente a proprio nome e seguendo tutte le norme/consuetudini prestabilite per quanto riguarda Metallo, Massa e Figura.
Esempio: vedi sotto.

2. Artistic Imitations (Imitazioni Artistiche)6: tale definizione indica una moneta realizzata ispirandosi a quella di un’altra entità politica. Non ha una valenza truffaldina ed è buona di per sè all’interno della realtà che lo ha generato. Trattandosi di un’ispirazione, Massa e Metallo talora possono anche variare rispetto al Prototipo. Anche la Figura non è necessariamente replicata con attenzione maniacale, tanto più che spesso, il fatto che essa sia accompagnata da iscrizioni legate al contesto locale e non connesse al Prototipo e il fatto che di quest’ultimo sia imitata quasi sempre una sola faccia, non lasciano dubbi sull’origine della moneta.

prototipo imitazione artistica

Imm. 1.2: Prototipo. Siracusa; Dionisio I (405-367 a.C.); Ag; tetradrammo (24 mm, 17,41 g, h 5). SNG ANS 291. Dallo shop di: www.cngcoins.com.

imitazione artistica

Imm. 2: Imitazione Artistica. Entella; Emissione Siculo-Punica (345/338-320/315 a.C.); Ag; tetradrammo (26 mm, 17,19 g, h 1). Jenkins 132 (D 44/R 119). Dallo shop di: www.cngcoins.com.

3. Anonymous Imitations (Imitazioni Anonime): tale definizione è utilizzata per indicare una moneta imitativa, e cioè realizzata da un’entità politica differente rispetto a quella del Prototipo di riferimento, ma che risulta molto difficile distinguere da quest ultimo per Metallo, Massa e Figura. Ma il fine ancora una volta non è truffaldino, dato che la purezza del Metallo rimane invariata, e molto spesso si è chiamata in causa come molla per la produzione di Imitazioni Anonime il concetto di domanda e offerta. Se un determinato Prototipo veniva a mancare in una certa area geografica, altra rispetto al suo luogo di origine, e al contrario per i motivi più svariati era invece particolarmente richiesto, talora l’autorità locale poteva reagire producendo imitazioni quanto più simili possibile al modello.

prototipo imitazione anonima

Imm. 1.3: Prototipo. Attica; Atene (ca 454-404 a.C.); Ag; tetradrammo (23 mm, 17,5 g, h 8).  Kroll 8. Dallo shop di: www.cngcoins.com.

imitazione anonima

Imm. 3: Imitazione Anonima. Egitto; faraone incerto (ca 400-350 a.C.); tetradrammo (17,5 g, h 10). Buttrey 1984 Stile X. Dall’asta Triton XI di: www.cngcoins.com.

4. Marked Imitations (Imitazioni Marchiate): tale definizione indica una situazione analoga a quella delle Imitazioni Anonime, salvo per un punto fondamentale. La Figura è molto simile a quella del Prototipo, ma non totalmente identica: infatti vi sono una legenda o dei simboli che qualificano immediatamente la moneta stessa come legata a un Produttore che non è il medesimo del Prototipo. Il contesto geografico di produzione è dunque differente. Si tratta della categoria decisamente più diffusa e comune nel mondo greco e conseguentemente quella che presenta i problemi interpretativi più complessi.

imitazione marcata prototipo

Imm. 1.4: Prototipo. Ionia; Efeso (ca 202-150 a.C.); Ag; dramma (19 mm, 4,19 g, h 12). SNG von Aulock 1851. Dalla printed auction 87 di: www.cngcoins.com.

imitazione marcata

Imm 4: Imitazione Marchiata. Fenicia; Arados (172/1-111/0 a.C.); Ag; dramma (4,25 g, h 12). Duyrat 2740-5 (D 41/R 40). Dalla printed auction 79 di: www.cngcoins.com.

4.b: “Imitazioni” Marchiate Dinastiche7: si tratta di una sottocategoria delle Imitazioni Marchiate, ma che è decisamente più problematico definire imitativa. Era infatti pratica assai comune nell’ambito delle linee dinastiche l’immobilizzazione del tipo monetario, che talora si manteneva costante anche per secoli, salvo il nome del sovrano iscritto sul rovescio: tutto questo per simboleggiare stabilità monetaria e nel contempo politica. Si tratta di imitazione o di legittima continuità dinastica?

imitazione dinastica prototipo

Imm. 1.4b: Prototipo. Egitto; Tolomeo I Soter (305-282 a.C.); Ag; tetradrammo (27 mm, 14,30 g, h 1). Svoronos 255. Dall’asta Triton XVIII di: www.cngcoins.com.

imitazione dinastica

Imm. 4.b: “Imitazione” Marchiata Dinastica. Egitto; Cleopatra VII Thea Neotera (50-49 a.C.); Ag; tetradrammo (25 mm, 14,07 g, h 12). Svoronos 1818. Dallo shop di: www.cngcoins.com.

4.c: “Imitazioni” Marchiate di Nuovo Regime8: questa sottocategoria è affine a quella
delle “Imitazioni” Marchiate Dinastiche. Anche in questo caso il contesto geografico rimane
il medesimo e probabilmente anche la zecca, ma a imitare è l’autorità politica successiva a
quella che ha prodotto il Prototipo. Imitazione o rappresentazione di continuità politica?

nuovo regime prot

Imm. 1.4c: Prototipo. Paflagonia; Sinope, monetazione civica (ca 410-350 a.C.); Ar; dramma (6,05 g, h 11). SNG BM Black Sea 1390. Dall’asta Triton XI di: www.cngcoins.com.

imit nuovo regime

Imm. 4.c: “Imitazione” Marchiata di Nuovo Regime. Paflagonia; Sinope, monetazione a nome del satrapo Datame (ca 370-360 a.C.); Ar; dramma (18 mm, 5,73 g, h 3). SNG BM Black Sea 1446-7. Dall’asta online 201 di: www.cngcoins.com.

4.d: “Imitazioni” Marchiate Personali9: si tratta di una sottocategoria estremamente rara e pertanto ritengo sia più opportuno definirla tramite un esempio, che per di più ritroveremo in seguito, quando sarà uno dei nodi fondamentali del discorso.
Nel 361 a.C. Mazaios divenne satrapo persiano della Cilicia e nella zecca di Tarso coniò, a proprio nome come era consuetudine fare, vari tipi monetali in argento tra i quali quello con Baal in trono al dritto e Leone al rovescio. Durante l’inesorabile avanzata di Alessandro era invece satrapo di Babilonia e si arrese al Macedone senza troppa resistenza. Fu pertanto ricompensato con la riconferma della carica, che mantenne fino alla morte avvenuta nel 328. Gli fu concesso inoltre di battere moneta a proprio nome ed egli si avvalse proprio del tipo precedentemente utilizzato a Tarso, con la sola differenza che dovette abbandonare lo standard ponderale persiano in favore di quello attico, che acquistò proprio con Alessandro una dimensione ufficiale oltre che universale (da circa 10,8 g a circa 17,3 g).10 Ancora una volta: è imitazione o legittima ripresa a distanza di anni di un proprio tipo monetale, coniato però altrove e in un contesto politico ben differente?

mazaios prot

Imm 1.4d: Prototipo. Cilicia; Tarso, monetazione persiana a nome del satrapo Mazaios (361/0-334 a.C.); Ar; statere (20 mm, 10,40 g, h 4). Casabonne 2004, serie 5, gruppo B. Dall’asta Triton XVIII di: www.cngcoins.com.

mazaios babilonia

Imm 4d:”Imitazione” Marchiata Personale. Persia;Babilonia, monetazione macedone a nome del satrapo Mazaios (331-328 a.C.); Ar; tetradrammo (25 mm, 17,21 g, h 2). Nicolet-Pierre 1999, M1. Dall’asta Triton XVIII di: www.cngcoins.com.

4.e: “Imitazioni” Marchiate Semi-Ufficiali11: anche questa è una sottocategoria molto rara. Si tratta di coniazioni imitative prodotte da ufficiali o magistrati riconosciuti da un’entità statale, ma al di fuori dei suoi confini e per usi locali.

ainetor prototipo

Imm. 1.4e: Prototipo. Caria; Rodi, magistrato Ainetor (ca 205-190 a.C.); Ar; dramma (15 mm, 2,60 g, h 11). Ashton 2001, 282. Dalla printed auction 97 di: www.cngcoins.com.

ainetor crete

Imm. 4e:”Imitazione” Marchiata Semi-ufficiale. Emissione cretese di guerra; Rodi, magistrato Ainetor (ca 200 a.C.); Ar; dramma (15 mm, 2,28 g, h 12). Ashton 1987, 6A. Dall’asta online 205 di: www.cngcoins.com.

E’ dunque la categoria più complessa di tutte, “at least in terms of locating one set of defining criteria for all instances. However, the unifying thread is, again, the replication of a prototype with the addition of a mark or inscription to indicate thet is not, in fact, a prototype”12.
5. Perfunctory Imitations (Imitazioni Superficiali): tale termine indica coniazioni imitative spesso definite come “barbare”, per via di una lavorazione rozza, di scritte spesso tramutate in semplici decorazioni senza alcun senso e dell’astrazione della Figura originaria. Molte di queste imitazioni appaiono ai margini delle aree monetate e presentano in genere una maggiore accentuazione delle tre caratteristiche sopracitate tanto più ci si allontana nel tempo e nello spazio dall’area di origine del Prototipo. Inoltre anche Massa e Metallo vengono spesso trascurati.

CELTIC PROTOTIPO

Imm. 1.5: Prototipo. Macedonia; Filippo II (342-336 a.C.); Ar; tetradrammo (23 mm, 14,35 g). Le Rider 1977, 288a (D161/R227). Dallo shop di: www.cngcoins.com.

CELTIC

Imm. 5: Imitazione Superficiale. Celti dell’Europa Orientale (2° sec. a.C.); Ar; tetradrammo (24 mm, 13,18 g, h 7). CCCBM I 123. Dalla printed auction 84 di: www.cngcoins.com.

6. Plated and Debased Coins (Monete Placcate e Ribassate): si tratta di monete prodotte da entità statali aventi il Metallo ribassato rispetto alle aspettative, ma che nel contempo cercano di mantenere un’apparenza di pieno valore: o placcando di materiale puro (argento, oro, elettro) un core di metallo vile, o comunque più vile rispetto all’esterno, o usando una lega uniforme nella quale la percentuale del metallo prezioso risulta ridotta rispetto alla norma. Le Monete Ribassate garantiscono margine di profitto decisamente inferiore, ma, se la percentuale di metallo vile si mantiene abbastanza ridotta (grossomodo non più del 15%), l’aspetto e le caratteristiche del prodotto rimangono abbastanza simili all’originale. Viceversa le Monete Placcate garantiscono a chi le conia un guadagno notevolmente maggiore, che però va di pari passo con la possibilità di individuarle in quanto tali (a causa di massa e suono differenti e di una aumentata possibilità di esposizione del core tanto più la placcatura risulta sottile).
Bisogna poi considerare che non si tratta necessariamente di monetazioni imitative, dato che si tratta di produzioni ufficiali, e che esse possono essere realizzate sia in malafede, sia in buona fede: anche in questo secondo caso, de facto diventando monete fiduciarie, al di fuori dello Stato che le ha prodotte non sono differenti dai Falsi (vedi categoria 7).
Le Monete Placcate e Ribassate sono uno strumento per ottenere profitto specialmente in momenti di crisi economica o di gravi difficoltà politico-militari.
A Roma in tali circostanze si reagiva “oltre che con la riduzione dello standard ponderale, con quella che divenne la più comune risorsa in simili situazioni: la svalutazione nella forma della riduzione del contenuto di fino delle monete”13. Dato che tutto era fatto alla luce del sole non avrebbe avuto alcun senso produrre Monete Placcate, ossia suberati, da parte dello Stato.
Nel mondo Greco questi procedimenti erano visti come qualcosa di particolarmente intollerabile e truffaldino e dunque si tratta di casi molto rari.
Nel periodo arcaico e classico normalmente non si fece ricorso alla riduzione del Metallo, che divenne al contrario più frequente in epoca Tardo Ellenistica come conseguenza dell’espansione romana. La prassi comune consisteva invece nella riduzione dello standard ponderale14. Gli studiosi di numismatica di fronte a evidenze ben documentate non hanno fatto particolarmente fatica ad accettare che Monete Ribassate potessero essere “ufficiali”(come per esempio in Macedonia prima di Filippo II)15, mentre per quelle Placcate c’è stata una maggiore resistenza. I casi di riferimento sono numerosi16, ma spesso di controversa interpretazione. Esiste però un singolo caso indicutibile di Moneta Placcata ufficiale e per di più prodotta in buona fede. Tra il 407-405 ad Atene fu necessario, a causa del disastroso andamento della guerra contro Sparta, realizzare emissioni in bronzo placcato d’oro e d’argento17.

heavy tetrobol

Imm. 6.1: Moneta d’Argento. Macedonia; Perdicca II (437/6-432/1); Ag; tetrobolo pesante (16 mm, 2,26 g, 9 h). Raymond 219. Dall’asta Triton XVII di: www.cngcoins.com.

light tetrobol

Imm. 6.2: Moneta Ribassata. Macedonia; Perdicca II (437/6-435/4); lega Ag e metalli vili; tetrobolo leggero (2,01 g, 12 h). Raymond 165. Dalla printed auction 72 di: www.cngcoins.com.

Attica ptototipo-73

Imm. 1.6: Prototipo. Attica; Atene (454-404 a.C.); Ag; tetradrammo (24 mm, 17,15 g, h 8). Kroll 8.Dallo shop di: www.cngcoins.com.

attica plated

Imm. 6.3: Moneta Placcata. Attica; Atene (406-405); suberato; tetradrammo (16,99 g, h 9). Flament pp.118-120. Dall’asta Triton XII di: www.cngcoins.com.

7. Counterfeits (Falsi): si tratta di monete con caratteristiche analoghe a quelle della categoria 6, eccetto il fatto che furono realizzate da falsari privati e non da entità statali. Conseguentemente anche in questo caso il fine ultimo era il profitto, ma c’era sempre la malafede del produttore e chiaramente si trattava di operazioni illecite (in molti contesti punibili con la pena di morte).

suberato prototipo

Imm. 1.7: Prototipo. Macedonia; a nome di Filippo II (316/5-295/4 a-C.). Ag al 95% o superiore (vedi NIM B 2000 p. 348); tetradrammo (24 mm, 14,13 g, 12 h). SNG ANS 801-803. Dall’asta online 352 di: www.cngcoins.com.

suberato

Imm. 7: Falso. Macedonia; a nome di Filippo II (316/5-295/4 a-C.). Metallo vile placcato Ag; tetradrammo (24 mm, 11,36 g). Cfr SNG ANS 778-809. Dall’asta online 60 di: www.cngcoins.com.

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE 7 CATEGORIE18:

tabella

1.Van Alfen 2005, p. 323.
2. Van Alfen 2005.
3. Van Alfen 2005, p. 330.
4. Van Alfen 2005, pp. 328-338.
5. Si tratta di un uso improprio dato che non si fa (necessariamente) riferimento al primo e più antico esempio di un determinato tipo. Dunque qualsiasi moneta sia stata imitata o contraffatta può diventare Prototipo: persino un’imitazione in un secondo momento.
6. Non si vuole attraverso l’uso di questa denominazione nè attribuire alle monete appartenenti a essa una valenza e una finalità puramente artistiche, nè tantomeno dare un’indicazione relativamente al fatto se la scelta di imitare una certa Figura sia dovuta all’artista/incisore o all’autorità emittente.
7.Van Alfen 2005, pp. 334-336. Questi sottogruppi vengono qui trattati all’interno delle Imitazioni Marchiate, senza che però venga a essi data una denominazione e una collocazione sistematica ben definiti. Trovo invece utile provvedere a ciò.
8. Vedi nota 7.
9. Vedi nota 7.
10.Van Alfen 2000, pp. 35-36.
11. Vedi nota 7.
12. Van Alfen 2005, p. 336.
13. Howgego, p. 124.
14. Howgego, pp. 124-126.
15. Dahmen 2010, pp. 50-51.
16. Van Alfen 2005, nota 39 pp. 348-349.
17. Van Alfen 2005. Van Alfen 2011, pp. 55-56.
18. Van Alfen 2005, p. 329. Ho praticato alcuni piccoli aggiustamenti.

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Van Alfen 2011= P. G. Van Alfen, Mechanisms for the Imitation of the Athenian Coinage: Dekeleia and Mercenaries Reconsidered, in «RBN», 157, 2011, pp. 55-93.

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