Ogni scavo clandestino è deprecabile non tanto perché sottrae alla collettività oggetti più o meno preziosi, ma soprattutto perché distrugge una documentazione; il che equivale esattamente all’incendio di un archivio, senza che ne siano state lette le carte.
(Ranuccio Bianchi Bandinelli, Introduzione all’archeologia, Roma, 1976, p. XV)
Attraverso questo articolo, che si configura come l’ideale prosieguo del precedente (http://www.mondoclassico.it/wp/index.php/2016/07/27/letica-nel-collezionismo-de-lamoneta/), voglio provare a offrire una soluzione di compromesso a chi voglia collezionare monete antiche, ma nel contempo abbia degli scrupoli etici a riguardo.
Il primo passo è renderci conto della realtà dei fatti e abbandonare ogni forma di ipocrisia intellettuale. La situazione è ben descritta nell’articolo del Prof. Nathan Elkins: http://savingantiquities.org/why-coins-matter-trafficking-in-undocumented-and-illegally-exported-ancient-coins-in-the-north-american-marketplace/. Pare dunque innegabile che la maggior parte delle monete antiche disponibili sul mercato provengano da fonti più o meno illecite, anche se non è quasi mai possibile dimostrarlo con certezza nei singoli casi.
Il secondo passo è chiederci cosa vogliamo ottenere. Ritengo fondamentale cercare di ridurre il più possibile le devastazioni dei siti archeologici e la loro spoliazione di manufatti da parte dei cercatori di tesori/tombaroli (che in molti casi trafugano proprio monete). Dobbiamo tentare di arginare il più possibile queste attività criminali e salvaguardare i contesti archeologici affinchè, accuratamente studiati da professionisti nella loro integrità, possano arrecare beneficio (culturale, morale e non invece grettamente economico) all’umanità tutta.
La soluzione eticamente ideale sarebbe quella adottata dal Prof. Elkins, che, grazie anche a una volontà ferrea, ha deciso, giustamente, di smettere di collezionare monete antiche. Ma sarebbe disposta la maggioranza dei collezionisti ad adottare un tale proposito? Non credo proprio. E’ necessario tenere conto della realtà dei fatti e pertanto, se vogliamo ottenere qualcosa, il compromesso è assolutamente inevitabile.
Dobbiamo trovare e adottare la soluzione più etica che sia realisticamente possibile.
Inizialmente il Prof. Elkins aveva continuato la propria collezione, ma solo acquisendo esemplari con pedigree comprovato pre-1973. Perchè proprio questa data? Perchè nel 1972 è entrata in vigore la Convention on the Means of Prohibiting and Preventing the Illicit Import, Export and Transfer of Ownership of Cultural Property 1970 (http://portal.unesco.org/en/ev.php-URL_ID=13039&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html). Tale convenzione è oggi applicata anche da alcune delle maggiori istituzioni culturali del mondo (in campo numismatico l’ANS e il British Museum per esempio). Ma sarebbe disposta la maggioranza dei collezionisti ad adottare un tale proposito? Non credo proprio. Le monete antiche con tali caratteristiche sono davvero poche sul mercato e quasi sempre appartengono o a una fascia qualitativamente bassa che si vuole nobilitare attraverso un bel pedigree, o a una estremamente elevata e dunque costosa. Collezionare monete antiche, specialmente greche, ma non solo, diverrebbe mestiere per ricchi.
In realtà non è che tutte le monete vendute senza pedigree non ce l’abbiano, ma in molti casi all’interno della catena commerciale esso viene a perdersi. I motivi sono due: 1- non si vuole far sapere quanto una moneta sia stata pagata la volta prima; 2- non si vuole dare la possibilità di vedere in che stato una moneta si trovasse precedentemente. Infatti, quasi per magia, molti esemplari sembrano ringiovanire e ciò comporta guadagni maggiori di quelli che potrebbe produrre un buon pedigree (specialmente per le monete di fascia media). Vedi: http://www.coinweek.com/expert-columns/some-appreciate-rare-coin-pedigrees-some-destroy-pedigrees/
Ho scoperto un servizio per recuperare i pedigree perduti, ma è estremamente costoso (https://www.ex-numis.com/). Noto inoltre con dispiacere che la motivazione etica non viene nemmeno presa in considerazione a differenza di quelle legate agli aspetti egoisticamente economici: valore aggiunto, sicuro investimento, salvaguardia della propria collezione di fronte alle crescenti legislazioni relative al commercio e alla proprietà di manufatti antichi…
Penso che la migliore soluzione sia tentare di spezzare questo circolo vizioso attraverso l’unione di tutti i collezionisti di monete antiche che abbiano veramente a cuore la conoscenza del nostro passato. L’azione di un singolo non basta. Per modificare il mercato e renderlo più etico di quanto non sia oggi è necessaria la buona volontà di un ampio numero di collezionisti. Amo gli animali, ma mi piace anche la ciccia. Amo il passato, ma mi piace anche collezionare… Come conciliare dunque le due cose nel modo meno peggiore?
E’ necessario che da oggi, 5 agosto 2016, tutti i collezionisti rifiutino di acquistare monete che non abbiano un’indicazione chiara, certa e documentata di provenienza. Con tale indicazione non mi riferisco esclusivamente ad antichi pedigree, ma semplicemente anche alla vendita in un’asta recente purchè precedente alla suddetta data, perchè ciò che ci prefiggiamo di ottenere non è la distruzione del mercato numismatico e del collezionismo di monete antiche, ma evitare che ulteriori danni vengano arrecati al patrimonio archeologico mondiale.
Se adottassimo tale proposito stimoleremmo inoltre gli operatori del mercato: a ripescare i pedigree perduti, cosa che, tra l’altro, fornirebbe garanzie circa la non adulterazione degli esemplari stessi; a non commerciare monete di incerta provenienza, che, visto l’abbassamento della richiesta, sarebbero vendute a prezzi inferiori; a orientarsi verso un commercio di qualità e non di quantità.
Questa impostazione non è poi così distante dai MOU siglati dagli Stati Uniti con vari paesi loro malgrado “esportatori” di monete antiche: accordi bilaterali volti a impedirne il traffico illecito senza influenzare quanto già presente sul mercato.
http://www.numismaster.com/ta/numis/Article.jsp?ad=article&ArticleId=28215 https://www.cngcoins.com/Information+on+Import+Regulations.aspx http://www.coinsweekly.com/en/News/US-MOU-with-Italy-Renewed/4?&id=3883
Ecco cosa ne pensano a riguardo i commercianti. Vediamolo a pagina 4 della Classical Numismatic Rewiew dell’ottobre 2014. Parlando di pedigree, Bradley L. Nelson scrive che “Unfortunately, today we are faced with a new reason to record pedigrees for coins. Over the past few years, the U.S Department of State has signed new Memoranda Of Understanding (MOU) with Bulgaria, China, Cyprus, Greece, and Italy that restrict the trade of many ancient, and in some cases, medieval, coins, to the United States…“. Che sfortunaccia…
https://www.cngcoins.com/Digital+Publications+Archive.aspx
Monete sul mercato ce ne sono già a sufficienza per tutti. Avremmo un piccolo aumento dei prezzi degli esemplari con provenienza certa, ma non sarebbe forse un piccolo scotto da pagare per favorire la salvaguardia di ciò che resta del patrimonio storico/archeologico mondiale?
Ciao Davide.
Appoggio, moralmente, la tua proposta, anche se non sarebbe corretto che la firmassi, dal momento che come ho già scritto nell’altra discussione, non colleziono monete antiche ma solo monete coniate dal 1700 ai giorni nostri.
Quindi non acquisterei mai una moneta antica a prescindere.
Saluti.
Michele
Ciao,
grazie e per vari motivi: grazie per il tuo sostegno morale; grazie per il fatto che, a mia memoria, e’ la prima risposta a un mio post su un tema caldo totalmente priva di critiche; grazie per avermi ricordato una cosa che volevo scrivere, ma che poi mi e’ passata di mente, e cioè che i destinatari di questa proposta sono solamente coloro che collezionano monete antiche e non tutti gli eventuali simpatizzanti; grazie infine per il prezioso dialogo, estremamente costruttivo pur avendo punti di vista spesso molto diversi, che mi ha dato molti spunti di riflessione e ha avuto una notevole influenza nell’elaborazione di questa proposta.
Davide
P.S.: tutto ciò dimostra come discutere serenamente, anche tra “avversari”, sia più proficuo che insultare o zittire chi non la pensa come noi…
[…] this article, which is the English twin brother of http://www.mondoclassico.it/wp/index.php/2016/08/05/collezionare-monete-antiche-eticamente/ and the ideal continuation of the previous one […]
[…] dissimile da quanto da me proposto come scelta volontaria ai collezionisti di monete antiche in un precedente articolo e che non ha avuto alcun riscontro… il che è molto […]