ALESSANDRO E IL CULTO DI ACHILLE
E’ tradizione da tutti accettata che Alessandro per parte di padre discendesse da Eracle, attraverso Carano, e per parte di madre da Eaco, attraverso Neottolemo1.
Dunque Achille era un suo antenato visto che Neottolemo ne era figlio e, dopo la sua uccisione da parte di Paride, ne aveva preso il posto a capo di quei guerrieri giunti con cinquanta navi che abitavano Argo Pelasgica, che risiedevano ad Alos, Alope e Trachinia, che possedevano Ftia e Ellade, la terra delle belle donne, ed erano chiamati Mirmidoni, Elleni e Achei2.
C’è una certa confusione geografica circa i confini del territorio governato da Achille, che era collocato nell’area a sud-est della fertile Tessaglia e che con esagerazione viene talora assimilato ad essa nella sua interezza3. Infatti Alos, Alope e Trachinia erano delle poleis, ma gli studiosi invece dibattono se Argo Pelasgica indicasse una città o piuttosto un’area geografica; area geografica era invece l’Ellade, che solo dal VI secolo arrivò ad indicare l’intera Grecia, così come gli Elleni tutti i Greci.
Ftia è il termine che ci interessa di più e doveva probabilmente riferirsi sia alla capitale di Achille, sia all’intera regione abitata dagli Achei, che in epoca storica fu molto più piccola rispetto al regno di epoca omerica. Infatti su parte di questa regione i Tessali acquisirono controllo diretto su parte di esso, mentre la sola Acaia Ftiotide mantenne una certa indipendenza in qualità di stato perieco, cioè vassallo della Lega Tessala, pur godendo comunque del diritto di nominare due dei 24 ieromnemoni che guidavano l’importante Anfizionia Delfica.
Gli Achei (Ftioti) dopo un breve periodo di egemonia beotica entrarono nell’orbita di Filippo II di Macedonia, che era nel frattempo divenuto arconte a vita della Lega Tessala. Dopo la morte di Filippo nel 336, Alessandro dapprima consolidò la sua posizione in patria, ma subito dopo si trovò ad affrontare una serie di rivolte da parte degli stati greci che ritenevano la salita al potere del giovane sovrano una grande possibilità di liberarsi dal giogo macedone. Ma Alessandro era degno figlio di suo padre…
Alessandro fu fin da subito un maestro della propaganda, compiendo atti dalla forte valenza simbolica spesso connessi alle sue origini divine e volti a dare forza ai propri propositi.
Compì un atto particolarmente interessante tramandatoci da Filostrato di Atene, che fu attivo tra II e III secolo d.C. Robin Lane Fox nella sua importante biografia di Alessandro afferma che “la fonte di questo episodio è tarda, ma è un dato non privo di fondamento”4.
Dopo che Alessandro figlio di Filippo aveva soggiogato la Tessaglia5, aveva invece dedicato la Ftia ad Achille6.
Nel passo, la netta contrapposizione tra Tessaglia e Ftia, induce a ritenere che tale secondo termine indichi una regione e non una città. In quali vantaggi e onori consistesse effettivamente tale dedica è comunque difficile stabilirlo, ma certamente alcuni dovevano pur esserci.
Sulla scia di questo episodio la spedizione asiatica del sovrano appare sin dall’inizio caratterizzata da gesti simbolici dalla forte valenza propagandistica, molti dei quali connessi alla figura del figlio di Peleo e Teti. Per dirla ancora una volta con le parole di Filostrato Alessandro a Troia durante la spedizione si alleò con Achille contro Dario7.
Nel 334 a Sesto, sulla sponda occidentale dell’Ellesponto, il re sacrificò a Protesilao per godere di un destino migliore di quello toccato in sorte all’eroe omerico e durante la traversata offrì un toro a Posidone e libagioni alle Nereidi8. Poi raccontano che Alessandro, per primo, sbarcasse armato dalla nave in terra asiatica e che, dove salpò dall’Europa e dove arrivò in Asia, eresse altari a Zeus protettore dello sbarco9, ad Atena e a Eracle. E che, asceso a Ilio, compisse sacrifici in onore di Atena Iliade, le dedicasse nel tempio la propria armatura e al suo posto si impadronisse di alcune delle armi offerte in voto che erano custodite fin dal tempo dalla guerra di Troia10.
Salito a Ilio, fece un sacrificio ad Atena e libagioni agli eroi, poi cosparsosi d’olio con i compagni, nudo, girò attorno di corsa, come si usa, alla stele di Achille, che poi adornò di una corona dichiarando fortunato quell’eroe che in vita aveva avuto un amico fidato e da morto un eccelso cantore della sua fama11.
Kleiner riteneva che inizialmente fosse proprio Achille la figura mitica di riferimento per Alessandro, il quale infatti non si separava mai dall’Iliade donatagli dal suo precettore Aristotele, considerandola alimento quotidiano della sua virtù guerriera12. Eracle avrebbe preso il posto di Achille solamente dal 332 durante l’assedio di Tiro.
Filostrato ricorda anche che in tempi antichissimi l’oracolo di Dodona aveva prescritto ai Tessali di onorare annualmente la memoria di Achille inviando una delegazione in Troade che compisse sacrifici presso la sua tomba. Nel corso del tempo questa pratica si svolse in maniera molto incostante e venne completamente abbandonata all’epoca delle Guerre Persiane poiché i Tessali si erano schierati con gli invasori orientali. Ma Alessandro aveva portato a Troia alcuni cavalieri tessali che compirono manovre a cavallo in onore di Achille, sacrificarono in suo onore e pregarono lui e i suoi due immortali destrieri Balio e Xanto di sostenerli nella lotta contro Dario. Tuttavia dopo la sconfitta di quest’ultimo e l’arrivo di Alessandro in India i Tessali ridussero nuovamente i sacrifici.13
Nella IV secolo la città di Achilleion in Troade, presso la quale doveva essere situata la sepoltura di Achille, coniò dei bronzi con un monogramma αχ da un lato e un elmo (forse di Achille?) dall’altro.
“Gli Achei14… costituirono al passaggio tra IV e III sec. una lega che ha lasciato una traccia della sua esistenza nel monogramma αχ che compare sulle monete di Ekkarra15, Halos, Larisa, Peuma e Thebai; tuttavia per il resto si può ricostruire così poco di sicuro su di essa che la sua stessa esistenza è controversa”16. Tale monogramma è comunque differente da quello di Achilleion. Lasciando dunque da parte Ekkarra, possiamo analizzare le monete delle 4 altre città.
Abbiamo già visto come Alessandro avesse compiuto sacrifici anche all’eroe omerico Protesilao, che fu il primo degli invasori achei a cadere a Troia, subito dopo lo sbarco. Egli regnava su Filace di Ftiotide, che nel IV secolo fu incorporata nel territorio di Tebe Ftiotica.
La testa maschile laureata sulle monete di Peuma è “probably to be identified as that of Achilles”17, ma non presenta caratteristiche particolari a differenza di quella presente su una delle due varianti di una moneta di Larissa Cremaste.
Che in questo caso si tratti di Achille è certo per via della raffigurazione presente al rovescio. Teti, divinità marina, arriva a cavallo di un ippocampo recando al figlio le armi appena forgiate per lui da Efesto. La presenza del monogramma αχ sullo scudo assume dunque una duplice valenza: quella di indicare sia gli Achei, sia Achille.
Il volto di fig. 6 è più generico, ma quello in fig. 7 è a mio avviso senza alcun dubbio quello di Alessandro Magno, anche se c’è chi dice che è “sometimes taken to rapresent Alexander the Great”18.
La discendenza di Alessandro da Achille, la dedica della Ftia ad Achille ricordata da Filostrato, tutti gli atti simbolico/religiosi connessi alla figura dell’eroe compiuti durante la spedizione asiatica non lasciano dubbi sul fatto che i Larissei per raffigurare il volto di Achille sulle proprie monete possano aver scelto proprio quello di Alessandro come era stato raffigurato dal suo scultore personale Lisippo, cioè con la fluente capigliatura e il ciuffo sulla fronte chiamato anastolè.
La somiglianza del volto di Achille con quello di Alessandro nelle statue e sulle monete del Koinon macedonico di epoca romana sono impressionanti.
Bibliografia
-J. G. Brianas, 2011, RESURRECTION OF ACHILLES’ HOMELANDAND CAPITAL CITY PHTHIA: What Historical Research Reveals, risorsa online.
-H. Gaebler, 1906 e 1935, Die antiken Münzen von Makedonia und Paionia, 2 voll., Berlin.
-D. Graninger, 2011 – Cult and Koinon in Hellenistic Thessaly, Amersfoort.
-C. Heyman, 1967 – Les Monnaies de Peuma en Thessalie, in «RBNS», CXIII, pp. 1-9.
-O. D. Hoover, 2014 – Handbook of Coins of Northern and Central Greece: Achaia Phthiotis, Ainis, Magnesia, Malis, Oita, Perrhaibia, Thessaly, Akarnania, Aitolia, Lokris, Phokis, Boiotia, Euboia, Attica, Megaris, and Corinthia, Sixth to First Centuries BC, Lancaster.
-G. Kleiner, 1949 – Alexanders Reichsmünzen, Berlin.
-R. Lane Fox, 2004 – Alessandro Magno, Torino.
-T. Reinach, 1906 – Achilles on Thessalian Coins, in «Corolla Numismatica. Numismatic Essays in Honour of Barclay V. Head», London, New York and Toronto, pp. 266-274.
-E. Rogers, 1932 – The Copper Coinage of Thessaly, London.
-SNG COP = AAVV, 1981-1994 – Sylloge Nummorum Graecorum, Danish National Museum, 8 voll., Copenhagen.
-F. Stälin, 2001 – La Tessaglia Ellenica. Descrizione Topografica e Storica della Tessaglia nel Periodo Ellenico e Romano, Soveria Mannelli.
1Plutarco, Vita di Alessandro, 2, 1.
2Omero, Iliade, II, 680-685.
3Catullo, Carme 64, vv 33 ss.
4R. Lane Fox, 2004, p. 63.
5Lo aveva fatto non solo con la minaccia delle armi, ma ricordando anche la propria mitica discendenza da Eracle da parte paterna e da Achille tramite Olimpiade.
6Filostrato, Eroico, 53, 16.
7Filostrato, Eroico, 53, 16.
8Arriano, Anabasi di Alessandro, I, 11, 6.
9Zeus Apobaterios.
10Arriano, Anabasi di Alessandro, I, 11, 7-8.
11Plutarco, Vita di Alessandro, 15, 8. Si tratta rispettivamente di Patroclo e Omero. A suggello dell’assimilazione tra Alessandro e Achille, Efestione aveva a sua volta reso onore a Patroclo ponendo una corona sulla sua tomba.
12Plutarco, Vita di Alessandro, 8, 2 e 26,1.
13Filostrato, Eroico, 53, 8-17.
14Della Ftiotide.
15Pare falso che il monogramma αχ compaia sulle monete di Ekkarra.
16F. Stälin, 2001, p. 199.
17O. D. Hoover, 2014, p. 14.
18O. D. Hoover, 2014, p. 8.
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