Oiniàdai o Oiniades fu fondata come colonia corinzia ancora in età arcaica, per fungere da tappa lungo la rotta commerciale che portava all’isola di Corcira. Infatti, seconda per importanza nella regione soltanto a Stratos, era dotata di un munitissimo porto situato su quella che un tempo era un’ampia laguna, collegata al mare tramite il fiume Acheloo, la cui personificazione, in forma di toro dal volto umano, non per niente compariva sul rovescio delle monete locali. Sofocle nelle Trachinie (vv 507-511) lo definisce un mitico dio-fiume, la forma di un toro, lunghe corna e quattro zampe, Acheloo da Oiniàdai.
Il nome della polis potrebbe derivare dal mitico Oineo, che fu re di Calidone o dal termine οίνος, vino in greco.
Da un punto di vista storico la città ebbe una vita movimentata entrando, o talvolta anche rientrando, nella sfera d’influenza di varie entità politiche: Atene, quindi Acarnani, poi Macedoni, Etoli, ancora Macedoni con Filippo V, la cui impronta è ancora ben visibile a livello archeologico, poi coi Romani di nuovo Etoli e infine Lega Acarnana fino alla fondazione di Nicopoli, che fu fatale anche per Oiniàdai.
Un bel teatro databile a partire dalla metà del IV secolo è il primo edificio che incontriamo.
L’area dell’ampia agorà appare oggi invasa da abbondante vegetazione arbustiva, mentre di una serie di edifici pubblici che si affacciavano su di essa è visibile solo la parte inferiore dell’alzato, che ci permette comunque di conoscere le varie strutture.
Poco distante, in posizione sopraelevata e dotata di un’ottima visuale sul paesaggio circostante, è un poderoso edificio a 16 stanze che gli studiosi ritengono avesse una funzione militare, il cosiddetto “edificio sopra la collina”.
La struttura più imponente è senza dubbio la poderosa cortina muraria in opera poligonale, molto ben conservata, che con una lunghezza di oltre 6 km culminava nell’acropoli. Databili all’epoca di Filippo V (221-179 a.C.) sono le altrettanto notevoli fortificazioni dell’area portuale, che appare come il vero gioiello del sito.
Eccezionale e del tutto inatteso appare al visitatore il piccolo arsenale parzialmente scavato nella roccia e che era dotato di 6 rampe di alaggio, che, nella cattiva stagione, potevano ospitare al coperto altrettante imbarcazioni.
La prima rampa (vedi foto in basso a sinistra), in una fase tarda quando l’edificio doveva essere in uno stato di degrado, venne risistemata per poter accogliere una nave dalle dimensioni inferiori a quelle precedenti.
BIBLIOGRAFIA
A. Di Vita, Eniade, in “EAA”, 1960: disponibile online.
Oiniadai su Topostext.org.
Sito del Ministero della Cultura Greco.
M. Torelli, T. Mavrojannis, Oiniàdai, in “Grecia”, 1997, p. 229.
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